Quel cartello appeso al muro
Che valore ha quella (lapidaria) comunicazione alla clientela?
Oggi il Flow 🏄🏼♂️ ci porta a parlare di cartelli, quelli che troviamo vicino alla cassa o appesi al muro: io adoro fotografarli e condividerli sui miei social! 👻 Per il commerciante è un modo per ridurre problemi e contestazioni, ma siamo sicuri che non facciano gravi danni?
Prima di cominciare questo viaggio tra i cartelli esposti al pubblico, ti ricordo che nell’ultimo numero di Consumer Flow💨 abbiamo parlato della pubblicità di Sanremo…. Se te lo sei perso, clicca qui!💨
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💫 Main Flow: pensieri per ragionare insieme
Quanto vale un cartello appeso al muro?
Oggi il flow ci porta a parlare di cartelli, quelli esposti dal commerciante vicino alla cassa. Quanti ne avrete visti anche voi, di quei messaggi lapidari esposti dagli esercenti “a beneficio” dei consumatori. Ne ricevo così tanti su Instagram che potrei scrivere un libro dal titolo: “quando un cartello vale più di mille parole”.
E allora, ecco qualche esempio, cominciando con un grande classico: "In questo esercizio non accettiamo pagamenti con il Pos”. Sì, avete capito bene, un esercente che si fa le sue regole e si disinteressa del fatto che in Italia sia obbligatorio accettare pagamenti con carta!👇🏽
Ma non stupitevi, sui pagamenti elettronici c’è una casistica pressoché sterminata di cartelli esposti dai commercianti di tutta Italia: "Il pagamento con Pos costa 10 cent in più”.😰 Oppure: “Non accettiamo pagamenti con carta sotto i 5 euro (come previsto dalla normativa).👇🏽
Il cartello qui sopra è surreale: questo signore si inventa di sana pianta una normativa che non esiste e poi conclude “Si prega di non insistere!” Che faccia tosta! 😏
Ma a proposito di cartelli completamente illegali, non manca mai chi mette per iscritto il suo rifiuto di accettare le monetine da uno o due centesimi: si tratta di una pratica scorretta, sulla quale ho fatto diversi video (uno lo trovate sotto, nel recap dei miei social).
E poi ancora: “vietato introdurre borse e zaini all’interno del supermercato, la direzione si riserva il controllo a campione”. 👮🏼♀️ Ovviamente simili pratiche sono illegali (vale anche per il classico “Vietato introdurre cibo al cinema”), visto che nessuno può perquisire o ispezionare le borse ad eccezione delle forze di polizia.👇🏽
E potrei continuare a lungo nell’elenco dei cartelli scorretti: “In questo ristorante non si fanno conti separati”, “E’ possibile acquistare massimo 3 pezzi in offerta”, "L’uso del bagno costa 50 centesimi"…🕷️
👉🏼 Ora quel che è certo è che dai cartelli esposti all’interno del punto vendita possiamo comprendere molte cose: la loro presenza è una sorta di manifesto della diffidenza commerciale, un fenomeno tanto diffuso del nostro tempo a raccontarci come NON si dovrebbe trattare un cliente. 🥸 E questo semplicemente perché ogni cartello è una comunicazione unilaterale, il tentativo maldestro di interrompere ogni dialogo, di tacitare ogni relazione con il consumatore.
📌 Ora io capisco che stare a contatto con le persone non è facile, ma siamo sicuri che la risposta sia fare come Maria, titolare di un piccolo bar nel centro di Milano, che sui social mi racconta la sua storia: "All'inizio non avevo nessun cartello. Poi, dopo continue discussioni sul cambio della merce acquistata, ho ceduto e ne ho appeso uno. Da allora, ne ho aggiunti altri cinque." La sua storia non è unica: rappresenta una tendenza crescente nel commercio al dettaglio, dove i cartelli diventano scudi 🛡️ preventivi contro potenziali conflitti.
📌 Ma questi avvisi, spesso scritti con toni perentori e talvolta (anzi spesso) al limite della legalità, rappresentano davvero una soluzione? O sono piuttosto il sintomo di una progressiva erosione del rapporto umano tra commerciante e cliente?
Chi di noi non ricorda i famosi cartelli di Zio Paperone attorno al suo deposito? 💰"Vietato l'ingresso", "Attenti al cane", "Area videosorvegliata", "Proprietà privata", e l'immancabile "Tornate indietro!". Il papero più ricco del mondo aveva disseminato il suo deposito di cartelli minacciosi, creando un vero e proprio percorso a ostacoli per scoraggiare i Bassotti.
Ironia della sorte, questi cartelli sono diventati involontariamente profetici della nostra realtà commerciale: oggi molti negozi sembrano più fortezze da proteggere che luoghi di accoglienza e scambio. Con una differenza sostanziale però: mentre Zio Paperone difendeva legittimamente il suo deposito di denaro da ladri conclamati, molti esercenti sembrano volersi difendere preventivamente dai propri clienti! 🥷🏻
E poi, nel caso di cartelli “illegali”, quello che il commerciante non comprende (o forse finge di non sapere) è che una sua regola personale non acquisisce legittimità solo perché appesa al muro. Al contrario, invece di “normalizzare l’illegalità”, spesso questi cartelli implicano un gravissimo danno reputazionale!😏
Poi (ma questo è un altro discorso) per me resta sconcertante notare come questi avvisi, che violano palesemente le normative sulla tutela del consumatore, rimangano esposti per anni senza che nessuna autorità intervenga. 👮🏽 Dove sono i controlli? Nonostante le denunce dei cittadini, l'inerzia delle autorità preposte lascia spesso senza parole: forse sarebbe sufficiente una multa salata per ogni cartello illegale per vedere rapidamente sparire questi "manifesti dell'illegalità". 👻
Più in generale, dal punto di vista delle relazioni imprese-consumatori, il proliferare di questi cartelli solleva una questione fondamentale: stiamo assistendo alla fine del dialogo nel commercio al dettaglio? Giorgio, cliente abituale di vari esercizi commerciali, mi ha scritto sui social: "Ogni volta che vedo un muro di cartelli all'ingresso di un negozio, ho la sensazione di entrare in un ambiente ostile, dove le regole del proprietario sostituiscono le norme e la cortesia."
Esistono però esempi virtuosi di chi ha scelto una strada diversa. Come il caso di un libraio torinese che ha esposto un unico messaggio: "In questo spazio ci piace parlare con i nostri clienti. Se avete domande o dubbi, siamo qui per voi." Un approccio che ha non solo migliorato l'atmosfera del negozio, ma ha anche portato a un incremento della clientela fidelizzata.
📌 La sfida per il futuro del commercio al dettaglio sta forse proprio qui: nel trovare il giusto equilibrio tra la necessità di stabilire regole chiare e il mantenimento di quella dimensione umana che ha sempre caratterizzato il commercio di prossimità. Perché, alla fine, nessun cartello potrà mai sostituire il valore di un sorriso e di un dialogo costruttivo.😉
Fatemi sapere cosa ne pensate! ✍🏻
⚡️Social Flow: un giro sui miei social
Cartelli assurdi!
A proposito di cartelli, in questo video ho chiesto chiarimenti sul perchè il bar non intendeva accettare i centesimi👇🏼
E, ovviamente, raccontatemi le vostre esperienze, rispondendo a questa email! Per oggi è tutto, ci vediamo prestissimo proprio qui, nel Flow!🌊
Massimiliano